GUERRA E POLITICA

L’industrializzazione dal XX al XXI secolo

Dall’inizio del XX secolo alla prima guerra mondiale

Legnano agli inizi del XX secolo

Le opere pubbliche

Nel 1903 furono inaugurati i primi bagni pubblici coperti di Legnano, che comprendevano anche una palestra per la ginnastica; terminata la loro funzione, la palestra è diventata sede del corpo bandistico municipale, mentre i bagni pubblici, in seguito, hanno iniziato ad ospitare la sede locale della Croce Rossa Italiana. Entrambi gli edifici sono in stile eclettico.

Società “Pro Legnano” Bagni e palestra

Sempre nel 1903 fu costruito il primo padiglione dell’Ospedale civile grazie al contributo degli industriali legnanesi.

Ospedale. Il 1° padiglione

Mentre il 28 novembre 1909 venne inaugurato palazzo Malinverni, che fu destinato a municipio.

Palazzo Malinverni
Piazza San Magno ai primi del ‘900, con il palazzo Malinverni in costruzione e il mercato

Nel 1915, alla vigilia dell’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale, Legnano raggiunse i 28.757 abitanti: dall’inizio del XX secolo la città fu oggetto di un forte incremento demografico che fu dovuto all’immigrazione e che venne determinato dal grande sviluppo dell’industria.

Agli inizi del XX secolo Legnano vide la nascita di nuove iniziative come F.I.A.L (Fabbrica Italiana Automobili Legnano) la Wolsit nel settore dei veicoli in particolare automobili, moto, bici e aerei.

Bici, moto, auto, prodotte a Legnano in una “reclame” dell’epoca

Immagini di Legnano inizio secolo XX

Il lavatoio

1917 il tiro  a segno

Il mercato coperto e via Magenta

Corso Garibaldi

La prima guerra mondiale 1915-1918

Le industrie legnanesi furono coinvolte direttamente nella produzione bellica. La meccanica, come la Franco Tosi, per la produzione di armi e munizioni e la tessile, come la Cantoni per la produzione delle uniformi di militari.

La mobilitazione degli uomini fece aumentare l’occupazione femminile e le difficoltà della vita quotidiana derivanti dalla guerra aumentarono le tensioni sociali che produssero numerosi scioperi per ottenere aumenti salariali.

Nonostante lo sforzo per la guerra in corso, furono avviate o portate a termine numerose opere pubbliche o avviati nuovi processi industriali che migliorarono la città o la produzione industriale: si mise mano all’elettrificazione della tramvia Milano – Legnano – Busto, mandando così in pensione la vaporiera: “Gamba de Legn”.

Proseguì l’elettrificazione della città, tanto che nel 1915 quasi tutta  ne era servita.

Numerosi edifici di Legnano furono adibiti ad ospedali militari come l’istituto delle suore canossiane “Barbara Melzi”, la scuola “Carducci” edificata nel 1913 e convertita in ricovero militare.

Con la guerra i rapporti commerciali con la Germania furono interrotti. Dal momento che quasi tutti i coloranti usati nell’industria tessile provenivano dalla Germania, la Cantoni come altre fabbriche si trovarono in grandi difficoltà.  Il suo direttore, l’ingegner Carlo Jucker, grazie alle sue conoscenze con il Politecnico di Zurigo, nel 1916 avviò nella Cantoni per primo in Italia, un impianto per la produzione e l’applicazione di “coloranti diretti”.

Difficolta economiche, malessere sociale, sconfitta militare e disastro naturale, in successione, nel 1917, si abbatterono nel legnanese. Dopo due anni di guerra sanguinosa e feroce, i sacrifici, la penuria di generi alimentari e l’aumento del costo della vita sfociarono in manifestazioni di rivolta capeggiate dai socialisti.
Nell’autunno al disastro militare di Caporetto, si aggiunse anche lo straripamento dell’Olona che inondò tutti gli stabilimenti posti sul suo alveo: Mottana, Cantoni, Ratti e Bernocchi.

La città seppe reagire: alla sconfitta di Caporetto con una rinnovata unità e slancio a sostegno dello sforzo militare; all’inondazione con il concorso di tutte le maestranze per riparare i danni arrecati alle industrie  e scongiurare il pericolo della disoccupazione.

Il senatore Antonio Bernocchi incaricò il prof. Egidio Assi di studiare la fondazione di una scuola professionale di primo grado od operaia, mentre nel frattempo veniva dato il via alla costruzione di quello che sarà l’Istituto tecnico “Dell’Acqua”.

Scuola professionale di tessitura

Ben presto arrivò anche la “spagnola”. I morti per questa epidemia si aggiunsero ai caduti direttamente al fronte. I militari legnanesi morti o dispersi furono in totale 483. Alcuni di loro riposano al Cimitero monumentale insieme a militari austriaci, morti da prigionieri nella nostra città e ad altri soldati morti nella 2a guerra mondiale.

Cimitero MonumentaleMonumento ai caduti per la Patria

Tra le due guerre mondiali

Il primo dopoguerra e il fascismo

1927 Corso Sempione

Al termine della prima guerra mondiale, nel 1918, anche Legnano fu coinvolta da profonde tensioni sociali, che erano conseguenza del conflitto e sfociarono, a livello nazionale, nel biennio rosso prima e nel fascismo poi.

In questi anni la amministrazione comunale estese le reti dell’acquedotto e del gas.

Il gasometro
Il prezzo del carbone anni ‘50

 

È di questo periodo anche la forte espansione urbanistica e la trasformazione radicale del centro cittadino che comportarono, tra l’altro, la demolizione di alcuni importanti edifici storici: furono abbattuti anche l’ospizio di Sant’Erasmo (che fu poi ricostruito) e due antichi ponti sull’Olona.

Uno dei ponti demoliti: Ponte San Magno
L’ospizio di Sant’ Erasmo

Sul fronte economico, negli anni successivi, l’industria legnanese riprese la crescita sostenuta che l’aveva caratterizzata fino allo scoppio del conflitto. Questo rapido sviluppo era stato rallentato, ma non fermato, dalla guerra.

Negli anni del dopoguerra vennero realizzate, dai proprietari dei grandi complessi industriali legnanesi, alcune case operaie, opera che continuò anche a secondo conflitto mondiale terminato.

Dal punto di vista manifatturiero, il periodo interbellico fu caratterizzato dalla nascita e crescita delle aziende medio-piccole, per lo più tessili e meccaniche, che si affiancarono alle grandi industrie già presenti da decenni nel tessuto economico legnanese.

In questo contesto, nel 1936, fu fondata la Giovanni Crespi, azienda del ramo chimico specializzata nella produzione di materiali sintetici per calzature e pelletteria.

A partire dal 1920 si costituirono anche a Legnano i primi gruppi fascisti.  In questo contesto avvenne (1921) la prima visita ufficiale di Benito Mussolini nella città. Il primo contatto tra il futuro Duce e Legnano era stato però anteriore: nel 1901, infatti, Mussolini aveva fatto richiesta al sindaco per un posto di maestro elementare supplente, domanda però non accolta. Dopo la visita del 1921, il 5 ottobre 1924 Mussolini tornò a Legnano in veste di capo di governo per la consegna del decreto di conferimento del titolo di città e per l’inaugurazione delle scuole “Antonio Bernocchi”; nell’occasione, visitò anche l’omonimo cotonificio. Benito Mussolini si recò nuovamente a Legnano il 4 ottobre 1934: parlò in piazza San Magno da un palco posizionato sopra una turbina della Franco Tosi davanti qualche migliaio di persone. In questa occasione visitò anche il cotonificio Dell’Acqua.

4 X 1934 2a visita di Mussolini a Legnano

Nel 1920 fu costituita la “Federazione industriali legnanesi”, che ebbe il suo momento di massimo sviluppo nel 1924 (in precedenza gli imprenditori della città facevano capo alla “Federazione industriali Altomilanese”). L’associazione fu poi abolita con una legge il 3 aprile 1926: questa norma, infatti, eliminava le federazioni locali, facendole confluire in unioni provinciali.

Il ventennio fascista

Nel 1920 fu costituita la “Federazione industriali legnanesi”, che ebbe il suo momento di massimo sviluppo nel 1924 (in precedenza gli imprenditori della città facevano capo alla “Federazione industriali Altomilanese”). L’associazione fu poi abolita con una legge il 3 aprile 1926: questa norma, infatti, eliminava le federazioni locali, facendole confluire in unioni provinciali.

In base a un censimen-to del 1927, la popolazione di Legnano era di circa 30000 abitanti, con 677 attività industriali o artigianali; la forza lavorativa era invece costituita da 9.926 addetti negli stabilimenti tessili, 4.056 lavoratori nelle fabbriche meccaniche, 1.762 addetti nel commercio, nel credito, nelle assicurazioni e in altri servizi, e 287 impiegati nei trasporti e comunicazioni.

Piazza Monumento nel 1934

In questo contesto nacque il marchio ciclistico Legnano; all’epoca il mezzo di trasporto più diffuso era infatti la bicicletta.

Adunata davanti a Palazzo Malinverni durante il ventennio

Il 1927 fu anche l’anno della riforma amministrativa voluta dal regime fascista: venne soppressa la carica di sindaco con l’istituzione della figura del podestà, che era di nomina governativa, e furono eliminati la giunta e il consiglio comunale. Il podestà era affiancato da una consulta municipale, nominata dal prefetto.

Figura notevole tra gli amministratori Legnanesi è stato Fabio Vignati, sindaco dal1923 al 1927, e Podestà dal 1927 al 1932. Durante la sua amministrazione nel 1932 si è svolta la “Festa del Carroccio”, che può essere considerata la prima edizione del Palio. La manifestazione, proposta e caldeggiata dal giornalista Carlo de Giorgi comprendeva: una sfilata storica, una fiera gastronomica ed una gara ippica.

Nel ventennio fascista furono realizzate e terminate molte opere pubbliche, tra cui il completamento dell’ospedale e le ricostruzioni dell’ospizio di Sant’Erasmo e di Palazzo Lampugnani. Furono anche realizzati gli edifici delle istituzioni del Partito fascista, come la Casa del Balilla in via Milano e la Casa del Littorio (oggi Palazzo Italia in largo Tosi, sede del comando della Polizia di Stato). Fu ingrandito il cimitero monumentale e venne allargato corso Sempione.

Il Palazzo del Littorio, ora Palazzo Italia, in un’immagine del 1942

Il 19 giugno 1923 fu inaugurato il sanatorio intitolato alla regina Elena in via Colli di Sant’Erasmo per contrastare la tubercolosi; la struttura, che è in stile liberty e che non è stata demolita terminata l’emergenza sanitaria, in seguito è diventata sede di un centro socio-educativo per disabili e di istituzioni assistenziali.

Nel maggio 1935 venne organizzato il primo Palio di Legnano per ricordare la vittoria dei Comuni della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa nella battaglia del 29 maggio 1176.

Il Carroccio in una antica stampa

Ha avuto un crescente successo anche per la fedeltà e la cura nella ricostruzione storica dei costumi ed armi fino ad avere una risonanza nazionale e internazionale.

La copertina de “La Domenica del Corriere” del 9 giugno 1952 dedicata al “Palio”

L’attinenza storica dei costumi per la sfilata

Il 16 dicembre 1937 Benito Mussolini assegnò a una rappresentanza di industriali e lavoratori legnanesi invitati a Palazzo  Venezia a  Roma circa tre milioni di lire per l’erezione di una colonia elioterapica e per la costruzione di una piscina; questi fondi vennero donati da imprenditori e operai della zona e poi consegnati solennemente dal Duce. L’edificio che un tempo ospitava la colonia elioterapica esiste ancora oggi ed è la sede del centro psico-sociale, ovvero di una struttura sanitaria facente capo al reparto di psichiatria dell’ospedale di Legnano.

La colonia elioterapica
Anni ’30 – Il carcere mandamentale di via Bellingera
(Arch. Giorgio Laneve) fu chiuso tra il 1983 e 1985.

Il 23 luglio 1937, con regio decreto firmato da Vittorio Emanuele II, a Legnano venne concesso l’utilizzo di un gonfalone civico.

All’epoca la città aveva come giornale il settimanale La voce di Legnano. A questo organo di stampa è associato uno degli episodi di violenza che i fascisti perpetrarono a Legnano. Il giornale, infatti, non si era schierato alla volontà dei gerarchi fascisti e quindi la sua sede venne devastata. Il quotidiano varesino Cronaca Prealpina aveva, già all’epoca, una pagina dedicata agli eventi del Legnanese, così come il periodico “Luce“, giornale cattolico.

Il gonfalone di Legnano

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