LEGNANO DI SEMPRE

Legnano post-industriale

Il XXI secolo

Chiuse le grandi fabbriche che sostenevano e guidavano l’economia locale, la città, i piccoli imprenditori e i commercianti hanno cercato di “tenere il mercato” puntando sulla loro “cultura dell’impresa”, l’inventiva, la flessibilità e la capacità di cogliere le necessità del cliente e la prontezza nell’adottare le novità tecniche che venivano proposte.

Accanto al fattore umano, anche la naturale posizione di Legnano è stato l’altro elemento determinante che ne ha impedito la decadenza. Infatti la vicinanza con Malpensa, culla dei servizi, con la ferrovia e con la Autostrada, rappresentano condizioni ideali per lo sviluppo delle piccole e medie imprese locali

Le  opportunità offerte da un mercato sempre più ampio e globalizzato cominciano ad essere efficacemente  sfruttate dalle realtà imprenditoriali medie ed anche piccole. Queste, sopravvissute alla riorganizzazione  della grande industria, hanno dimostrato di avere tutte le capacità per affermarsi a livello internazionale. Know how tecnologico costantemente aggiornato, efficace rete commerciale e distributiva, massima cura al servizio reso al cliente, flessibilità produttiva ed apertura verso le nuove opportunità di mercato, sono le carte vincenti che mantengono l’AItomilanese fra le zone con il più alto tasso di imprenditorialità.

Le attività manifatturiere hanno ancora un posto rilevante nel panorama economico: 650 aziende, ma il primato spetta alle aziende del settore auto e motocicli (vendita, riparazione) con 1724 aziende, seguite dalle aziende  del settore costruzioni: 982 e dalle aziende occupate nel settore immobiliare: 655. Notevole il numero di aziende che svolgono attività professionali e servizi alle imprese: 1182.  Anche il numero delle aziende che si occupano di ristorazione e alloggio è alto: 455.
Da questi dati il mondo produttivo legnanese è un mondo pluripolare, ma integrato. Accanto al numero di aziende manufatturiere si è sviluppata una moltitudine di attività e di specializzazioni di supporto che prima le grandi aziende avevano al proprio interno: dalla contabilità alla consulenza scientifica al bar o ristorante.
Di pari passo è cresciuta anche l’offerta di istruzione, di attività artistiche, sportive e di intrattenimento.

Non è più soltanto una città di produzione di beni, ma è diventata una città di servizi e di consumi.

In conclusione, Legnano sembra aver assorbito la crisi della fine del secolo scorso. Con le sue imprese, i suoi negozi e centri commerciali, le scuole, l’ospedale, le iniziative culturali, gli spettacoli, le manifestazioni sportive, le molteplici associazioni culturali e di volontariato, le rievocazioni storiche e con i servizi pubblici è ancora il centro di riferimento di un vasto territorio sovracomunale.

ELENCO DELLE ASSOCIAZIONI DI LEGNANO

Un’Associazione culturale per tutte: la Famiglia Legnanese. L’obiettivo del sodalizio è quello di conservare la memoria delle tradizioni legnanesi organizzando eventi culturali, storici, artistici, turistici, ricreativi e sportivi, oltre che convegni, dibattiti, mostre e conferenze in collaborazione con l’amministrazione comunale e con soggetti privati. Accanto al presidente dell’associazione, è presente la carica di ragiù, che in dialetto locale indica il patriarca delle antiche famiglie contadine legnanesi e che è conosciuto in dialetto milanese con il termine regiù.
Alla Famiglia Legnanese sono stati conferiti diversi riconoscimenti, tra cui la benemerenza della Città di Legnano, “Isimbardi” dell’ex provincia di Milano e la Medaglia d’oro del Presidente della repubblica per meriti speciali nel campo della cultura e della formazione dei giovani.  Rami della Famiglia Legnanese sono la Fondazione Famiglia Legnanese e l’Immobiliare Famiglia Legnanese.

La lingua parlata dalle generazioni, che ci hanno preceduto e che sono state le protagoniste della trasformazione tecnologica, era il dialetto legnanese e non l’italiano, con l’eccezione dei documenti e avvenimenti “istituzionali”. Il dialetto legnanese è una lingua ricca di espressioni adeguate ad esternare i sentimenti di gente abituate a una vita non certo facile.

La compagnia teatrale de “I legnanesi” con arte e maestria ha usato il dialetto per esprimere e proporre, con grande successo, nei teatri italiani ed esteri, il piccolo mondo delle case di cortile, con le sue speranze i suoi sogni, la saggezza e la spicciola filosofia del buon senso, con cui si affrontavano le difficoltà della vita.
La compagnia teatrale dialettale “I Legnanesi” porta bene avanti la testimonianza di quei tempi.

La fine di un’azienda e il dramma dei dipendenti: liquidazione e licenziamenti
TIPICA CORTE TEATRO DELLE COMMEDIE DEI “LEGNANESI”

Me car Legnan (Mia cara Legnano) è l’inno della città di Legnano,
scritto in dialetto legnanese. Il testo e la musica sono di Ernesto Parini.

Ernesto Parini  (Legnano, 1908 – 1993) Poeta in dialetto legnanese, imprenditore nell’industria tessile.  Nel 1979 è stato nominato Cavaliere della Repubblica.

Legnano:
Centro di riferimento di un vasto territorio sovracomunale

Il fiume Olona

La storia di Legnano è legata a doppio filo al suo fiume: l’Olona.
Olona – Wikipedia

Il mulino

Il mulino è un macchina che utilizza l’energia meccanica di un corso d’acqua.

L’acqua, debitamente incanalata, fa girare una ruota dotata di pale (ruota idraulica) .

La ruota tramite il suo asse, trasmette il movimento ad un meccanismo che normalmente serve per macinare granaglie, ma è stato utilizzato anche per azionare magli in impianti per la lavorazione dei metalli, per muovere telai per la produzione di tessuti, o per sfibrare stracci o legno per produrre carta, per azionare pompe idrauliche o produrre energia elettrica.

Per un buon funzionamento del mulino, l’acqua che giunge alla ruota idraulica deve avere una portata costante, e non trasportare corpi estranei, come rami e sassi, per questo il suo afflusso è regolato da paratie, e il canale di apporto è dotato di griglie.

Modello del meccanismo di trasmissione della ruota idraulica; la macina è situata al piano superiore.

I mulini della valle Olona e di Legnano

Scorcio del mulino Meraviglia di San Vittore Olona 

I mulini ad acqua sono stati la “culla” dell’industrializzazione di Legnano, e in genere di tutta la valle Olona.

Per le sue caratteristiche, il fiume ben si prestava a muovere le ruote dei mulini. D’altra parte il mulino era anche una risorsa economica, e un mezzo per controllare il territorio, così le famiglie più facoltose investirono le loro risorse nella loro costruzione.

Dal medioevo al XVII secolo il loro numero crebbe in continuazione e per la zona diventò una risorsa economica non trascurabile. Per il loro rilievo economico e fiscale e per il contenzioso che continuamente si creava tra gli utilizzatori delle acque del fiume: gli agricoltori da una parte e i gestori dei mulini (reggitori) dall’altra, le pubbliche autorità cercarono di tenerne sotto controllo il numero e le attività.
Nel 1594 nel tratto tra Castellanza e Canegrate,  si contarono  15 mulini: 5 alla Gabinella, 2 al Mugiato, 5 a San Magno, 1 a Legnanello e 2 al Castello.
Nel 1606 lungo tutto il corso dell’Olona furono censiti 106 mulini (relazione ing. Barca), 14 nella sola zona di Legnano.
Nel 1608 ne furono contati 116 con 463 ruote, tenendo presente che il fiume è lungo 71 km, c’erano mediamente circa 3 mulini ogni 2 km

Mappa dell’ingegner Gaetano Raggi del Consorzio del fiume Olona, riportante il territorio da Legnano a Parabiago (1772)

Nel 1772 da un censimento apposito, ing. Verri e Raggi, risultavano 106 impianti con 424 ruote. Nel legnanese si  contarono 12 mulini.
Nel 1881 furono contati, relazione ing. Mazzocchi, 55 mulini di cui 11 a Legnano.

Un mulino sull’Olona a Legnano in un’immagine del 1902

Il cotonificio Dell’Acqua a Legnano, sorto lungo l’Olona

La drastica diminuzione è un segno evidente del ridimensionamento dell’agricoltura, avvenuta nella seconda metà del XIX secolo, e dell’espandersi dell’industria, che interessò il tutta la valle dell’Olona, ma in maniera più intensa il legnanese.

La presenza dei mulini, l’abbondanza di manodopera locale, l’esistenza di moderne e rilevanti vie di comunicazione lungo le sponde, la presenza di personalità della zona che possedevano cospicui capitali da investire e la lunga tradizione artigianale della Valle Olona permisero al fiume, che scorre in provincia di Varese e Milano, di diventare una delle culle dell’industrializzazione italiana.

Ieri

Mulino Krumm e Salmoiraghi di Legnano sull’Olonella nel 1881

Il mulino arcivescovile
Legnano in un aquarello di Giuseppe Pirovano
1849

Molino Schiatti alla Gabinella Legnano
1930

Oggi

Fonte foto: P.MariaCaccia, da LegnanoNews 6/4/19

Oggi non ne restano che poche unità, molti sono stati distrutti insieme alle fabbriche a cui fornivano la loro energia, di altri sono rimasti dei ruderi, altri (pochi) sono conservati in buono stato.

In particolare a Legnano rimangono solo i ruderi del mulino Cornaggia presso il castello Visconteo.

Il parco dei Mulini

Dal 2008 Legnano fa parte del Parco dei Mulini.

Il parco dei Mulini è un parco locale di interesse sovracomunale riconosciuto dalla Provincia di Milano il 10 marzo 2008 che si sviluppa intorno all’Olona ed al Canale Villoresi e comprende un breve tratto del torrente Bozzente. Si estende sul territorio dei comuni di LegnanoCanegrateSan Vittore OlonaParabiago e, dal 1º gennaio 2011, Nerviano per una superficie di circa 500 ha.

Articoli simili