ORIGINE DEL TERRITORIO E DEL NOME
Origine geologica del territorio
Dall’era primaria a quella terziaria il territorio appartenente a Legnano si trovò, per la maggior parte del tempo, sotto il livello del mare; per tale motivo il sottosuolo legnanese, da un punto di vista geologico, è molto vario, dato che è il frutto di ripetute e differenti stratificazioni di sedimenti che si sono succedute nel mare primordiale.
La geologia del territorio di Legnano è però soprattutto legata alle glaciazioni che coinvolsero il Nord Italia nell’era quaternaria e che diedero l’aspetto definitivo alla morfologia del territorio. Durante questa era geologica si formò la Pianura Padana e il suolo legnanese, in particolare, si arricchì di depositi alluvionali che furono portati dai ghiacciai e – in seguito – dai fiumi che scendevano dalle Alpi e dalle Prealpi.
Nel Legnanese, in questi processi di sedimentazione, ebbe un ruolo da protagonista il corso d’acqua che attraversa la zona: l’Olona
Per via dell’accumulo di depositi alluvionali il territorio legnanese, in origine, era costituito essenzialmente da groane, ovvero da un habitat caratterizzato da una scarsa fertilità del terreno per via della mancanza di humus e della presenza di un sottosuolo secco e sassoso, dove crescevano spontaneamente soltanto piccoli arbusti come la Calluna vulgaris, chiamata volgarmente “brugo” (da cui “brughiera”, termine più comune con cui è conosciuta la groana)
Con l’arrivo dell’uomo, il suolo fu reso fertile e coltivabile grazie all’opera dei contadini e alla realizzazione di rogge e, successivamente, di canali artificiali. Dopo questi interventi, sul territorio legnanese si diffusero campi coltivati e boschi; questi ultimi erano costituiti principalmente da platani, frassini, querce, farnie, carpini, castagni, noccioli, pioppi, olmi, aceri e ontani.
Origini del nome
Il toponimo “Legnano” ha origini incerte, visti i molteplici nomi con cui il borgo è chiamato nelle fonti storiche. L’appellativo della città potrebbe essere un aggettivo prediale e quindi sarebbe formato da una prima parte che deriverebbe dal nome del più importante proprietario terriero della zona e da un suffisso che definirebbe questa appartenenza.
Nel caso di Legnano, il nome di tale possidente potrebbe essere stato Lemennius o Limenius, a cui venne aggiunto il suffisso –anum.
Questa proprietà terriera era più estesa della moderna Legnano e doveva avere le caratteristiche di un latifondo. I nomi dei comuni limitrofi hanno un’origine più recente e quindi l’antica Lemoniano, Leminiano o Leme–gniano, in seguito divenuto Limnianum e infine Legnanum, si estendeva ragionevolmente su un territorio piuttosto vasto.
Il suffisso anum confermerebbe che la latinizzazione del territorio fosse completamente avvenuta. Per altre località, dove l’influenza celtica era presente in maniera maggiore, il suffisso aggiunto corrispondeva ad -acum.
Un altro studio suffraga l’ipotesi che uno degli appellativi con cui la città era conosciuta nel Medioevo (Ledegnanum) derivi dal toponimo fondiario Latinanium. Sono invece da scartare le supposizioni che farebbero risalire il nome della città al toponimo celtico Lemonianum (ovvero “luogo del bosco sacro”) oppure all’aggettivo prediale Laenianum, che deriverebbe a sua volta dal nome del proprietario terriero Laenius.
Non si conosce il periodo di fondazione di questa primigenia comunità: il toponimo “Legnano” avrebbe origini almeno medievali. Secondo alcune ipotesi la genesi dell’antica Ledegnanum risalirebbe a prima della nascita di Cristo.
Dalla preistoria all’epoca romana
Ritrovamenti collegabili alla Cultura di Golasecca recente (V sec. a.C.) rinvenuti nel 1937 in via Calatafimi a Legnano e conservati presso museo civico della città
Fin dai tempi più antichi gli abitanti di Legnano vissero sui margini della valle scavata dall’Olona. Questi terreni, più alti rispetto al corso del fiume, non erano infatti allagati dalle regolari piene del corso d’acqua. Di conseguenza, i più rilevanti ritrovamenti archeologici, dalla preistoria fino alla dominazione romana, sono stati scoperti lungo i margini della valle dell’Olona; questi reperti si riferiscono principalmente a inumazioni.
I più antichi trovati a Legnano sono frammenti di un vaso riconducibili alla cultura di Remedello. Venuti alla luce tra il 1926 e il 1928 nei pressi del confine tra Castellanza e Legnano, risalgono a un periodo compreso tra il 3400 a.C. e il 2200 a. C.. Da un sito archeologico vicino alla strada statale del Sempione sono stati ritrovati dei bronzi risalenti alla dominazione celtica, databili tra il IV e il I secolo a.C. (la cosiddetta cultura di La Tène).
L’antico vicus di Legnano, che apparteneva alla regio XI Transpadana, era collegato alle zone limitrofe attraverso importanti vie di comunicazione, la più importante delle quali era una strada romana costruita nel I secolo, la via Severiana Augusta, che costeggiava l’Olona in corrispondenza del moderno corso Sempione e che collegava l’antica Milano al Verbano.
I più importanti ritrovamenti di epoca romana furono invece scoperti nel 1925 in una necropoli nella zona est della città. Si trattava di monete, piatti, coppe, bicchieri, balsamari, specchi, utensili in ferro. Altre tombe risalenti allo stesso periodo sono state trovate nel 1985 vicino al centro storico, mentre in altri scavi archeologici sono stati portati alla luce oggetti di tarda età romana. Tale corredo era formato da ciottoli, coltelli, rasoi e fibbie. Tutti questi oggetti sono esposti nel museo civico Sutermeister di Legnano.
Ing. Guido Sutermeister
Museo Civico Sutermeister
Mappa di Guido Sutermeister che indica i ritrovamenti archeologici scoperti nel Legnanese
Preistoria
Nei tempi più antichi gli abitanti di Legnano vissero a una certa distanza dall’Olona, su terreni che difficilmente sarebbero stati invasi dalle piene del fiume. I più rilevanti ritrovamenti archeologici scoperti nella zona, dalla preistoria fino alla dominazione romana, sono stati trovati in prossimità dei pendii della valle scavata dall’Olona; questi scavi hanno portato alla luce principalmente necropoli, spesso ricche di oggetti di uso quotidiano.
I reperti preistorici più antichi scoperti a Legnano sono delle ossa di uro, risalenti alla glaciazione di Würm; portate alla luce in località Costa San Giorgio, sono conservati al museo civico Sutermeister.
Per quanto riguarda la presenza dell’uomo, il più antico reperto antropico scoperto nel Legnanese risale a un periodo compreso tra il 3400 a.C. e il 2200 a.C. ed è venuto alla luce, insieme ad altre suppellettili di età romana, grazie agli scavi effettuati da Guido Sutemeister il 1926 e il 1928. Si tratta di un piccolo frammento di un vaso campaniforme realizzato nell’età del rame e collegabile alla cultura di Remedello. Trovato durante i lavori di costruzione della strada statale 527 Bustese in località “Paradiso” a Castellanza, nei pressi del confine con Legnano è conservato presso il museo civico Sutermeister.
I rapporti che queste popolazioni insediate lungo le rive dell’Olona intrattenevano con quelle di Remedello sono però perlopiù sconosciuti, nonostante sia stato ipotizzato che ci fosse un legame commerciale. Molto probabilmente il territorio corrispondente alla moderna Legnano era già abitato in precedenza; tali popolazioni, secondo le ipotesi degli studiosi, provenivano dalla Lagozza di Besnate o dalle altre comunità palafitticole presenti sulle rive dei laghi varesini, e migrarono a sud in seguito a un forte incremento demografico.
Frammento di vaso campaniforme realizzato nell’età del rame e collegabile alla cultura di Remedello: è il più antico reperto archeologico trovato nel Legnanese
Nel Legnanese non sono stati trovati reperti della prima età del bronzo, cioè databili tra il 2200 a. C. e il 1400 a. C.; si collocano infatti ottocento anni dopo il frammento collegato alla cultura di Remedello, i reperti archeologici appartenenti cosiddetta cultura di Canegrate. Durante i primi scavi, furono individuate 200 tombe riconducibili all’età del bronzo recente e risalenti al XIII secolo a.C., mentre ritrovamenti successivi hanno dato evidenza al fatto che questa cultura si sia sviluppata fino all’età del ferro. La scoperta di queste suppellettili a Canegrate non esclude che le popolazioni appartenenti a questa cultura preistorica fossero insediate anche sul territorio della Legnano moderna.
Negli anni ottanta del XX secolo sono venuti alla luce, tra Legnano e Castellanza, resti di abitazioni databili tra il XII secolo a.C. e il X secolo a.C.; i ritrovamenti hanno fatto ipotizzare che queste dimore fossero costituite da fondamenta in materiale sassoso, mura in legno e tetto formato da diversi strati di foglie secche. Oltre alle fondazioni delle case, sono anche stati trovati vari oggetti di uso quotidiano.
I reperti archeologici successivi, che si riferiscono a due punte di lancia in bronzo venute alla luce tra il 1892 e il 1895 a Legnanello lungo corso Sempione, sono databili tra il IX e l’VIII secolo a.C. (prima età del ferro) e sono legate alla cultura di Golasecca arcaica. A Legnano, in via Calatafimi, nel 1925 e nel 1937 sono state scoperte suppellettili che appartengono alla cultura di Golasecca, questa volta recente (VI-V secolo a.C.). Durante le due campagne di scavo sono state individuate due necropoli, all’interno delle quali erano presenti, oltre ad alcune urne cinerarie, anche degli oggetti di uso comune.