C.L.N. Legnano

Uomini liberi per tempi difficili
Il CLN di Legnano, come tutti gli altri CCLN, nasceva, immediatamente dopo l’8 settembre 1943, come strumento di indirizzo e coordinamento delle iniziative politiche e militari delle forze che si opponevano all’occupazione nazista e al rinato fascismo della Repubblica Sociale Italiana (RSI).
La sua azione non finì il 25 aprile del ’45. Alla fine della guerra la situazione economica e sociale era disastrosa: penuria di generi alimentari, carbone e legna, trasporti e collegamenti difficili, industrie ferme per mancanza di materie prime ed energia, ospedali ridotti alla paralisi, disoccupazione, rientro ed assistenza agli sfollati, internati, reduci erano i problemi da affrontare.
Il CLN di Legnano si adoperò, insieme ad altri che avevano risposto al suo appello alla collaborazione: industriali, Chiesa locale, amministrazione pubblica, per alleviare le ristrettezze della popolazione e delle industrie.
In questa sezione del Museo, vogliamo indirizzare l’attenzione del visitatore sul ruolo, sociale ed amministrativo, che il CLN di Legnano ebbe nell’immediato dopoguerra,1945-1946, che è stato oscurato da quello, militare, più conosciuto e celebrato, che ebbe dal ’43 al ’45.
Novembre 1943 – Aprile 1945


Questa lapide, è stata posta sotto l’edicola dedicata alla Madonna, “La Madonna mora” come è conosciuta a Legnano, vicino all’incrocio tra via Alberto da Giussano e via Lega. In questa via che allora era un vicolo sterrato e buio, nel novembre del ’43, rappresentanti del Partito Comunista e della Democrazia Cristiana si incontrarono per dar vita ad un organismo comune per riconquistare la libertà.
Era il primo passo per la creazione, anche a Legnano di un CLN (Comitato di liberazione Nazionale) che, clandestinamente, già era attivo dall’8 settembre del ’43 a livello nazionale.
Ai due partiti si aggiunsero, poi il Partito Socialista e Partito Repubblicano.
Compito di questi comitati, come ricordava in un’intervista, Giovanni Brandazzi, presidente del CLN di Legnano, era di “coordinare le iniziative politiche e quelle militari dei singoli partiti, di procurarsi i mezzi per la lotta comune, di estendere le rispettive organizzazioni nei Paesi della Zona, di provvedere alle necessità assistenziali per le famiglie dei detenuti politici e dei deportati, di creare organizzazioni di resistenza nelle fabbriche, fra la gioventù e fra le donne.” Distribuire la stampa clandestina: “L’Unità”, “Il Combattente”, “Nostra Lotta” e altre testate.

Il tutto a stretto contatto con il CLNAI (Comitato di Liberazione Alta Italia) di Milano.
Era la risposta all’occupazione tedesca, come già il 10 settembre, annotava mons. Virginio Cappelletti, di S. Magno nel Liber Chronicus parrocchiale:
“I tedeschi occupano militarmente alcune città quali Roma, Milano, Genova Torino. Anche Legnano viene occupata … Persecuzioni e morti. Vengono create le brigate nere da parte fascista … In contrapposizione sorgono i patrioti e i partigiani” (Mons. Cappelletti, Liber Chronicus parrocchia S. Magno 10 settembre 1943 in Bigatti-Tenconi p.26).
Alcune figure Legate al CLN legnanese




Bisognava operare in clandestinità, sia per l’incolumità personale sia per impedire che venisse scoperta la rete di contatti che si andava costruendo e i piani dell’organizzazione.
“Ricordo l’incontro che avemmo una sera oscura … in cui ci trovammo in quattro individui di diverse provenienze ideali e politiche per gettare le basi in Legnano e nella zona del movimento clandestino… “(Anacleto Tenconi – manoscritto Tenconi in Bigatti-Tenconi)
Ancora Tenconi ricorda “… gli incontri clandestini tra i membri del CLN, in tutti i luoghi più impensati: nelle cantine delle case, nelle chiesette più sperdute fra i campi, in certi solai, nei sotterranei dell’asilo di Villa Cortese, nell’asilo Frua-Banfi di via Venezia a Legnano, quanti tremori e quante paure… Ricordo un incontro fra me e l’onorevole Venegoni il mattino di un giorno di nebbia nella landa sperduta dei prati fra San Vittore e Parabiago. Questo per darvi un’idea delle difficoltà, dei pericoli cui andammo incontro in quei momenti” (manoscritto Tenconi in Bigatti-Tenconi p.42-43).



Con il tempo il CLN legnanese si confermò, pur nella diversità di orientamenti politici e etica di comportamento, un valido strumento militare di contrasto al nazifascismo e politico per preparare organismi democratici di governo della città.
25 aprile 1945
Così quando il 24 aprile del ’45 giunge l’ordine di “preallarme” alle formazioni partigiane e al CLN l’indicazione di nominare un sindaco per evitare che gli alleati imponessero un’amministrazione militare. Il CLN si accorda nel nominare Anacleto Tenconi come sindaco e una giunta comunale dove sono rappresentati tutti i partiti presenti nel CLN.

All’alba del 25 aprile, le formazioni partigiane, brigate Garibaldi e Carroccio, sono impegna-te con forze tedesche e fasciste in ritirata. Dopo due giorni di scontri, Legnano è liberata.
Ma i problemi non sono finiti. Riemerge la differenza e diffidenza tra le due formazioni principali della resistenza legnanese: le brigate Garibaldi e Carroccio. Con le prime che te-mono che i frutti del loro sacrificio siano incamerati dalle seconde, accusate di attendismo. Mario Cozzi (Pino) impone un “accordo”: la costituzione della divisione Mauri; comandante il garibaldino Mario Cozzi (Pino) , vice–comandante Carlo Pensotti (brigata Carroccio) e commissario di guerra Bruno Meraviglia (Tenente Angelo), brigata Carroccio.


Con la liberazione, il CLN non si sciolse, ma affiancò l’amministrazione comunale, proponendo e impegnandosi direttamente per risolvere i gravi problemi conseguenti alla guerra e alla lotta interna.
“L’attività del CLN non cessò dopo la Resistenza. La guerra era passata ed aveva spazzato via tutta l’organizzazione nazionale; non c’era più niente che funzionasse; la gente aveva fame e freddo e non c’erano i generi alimentari ed il combustibile.” (intervista Brandazzi)
Non c’è verbale delle riunioni del CLN che non affronti questi problemi.
Il CLN era costituito dai rappresentanti di sei dei partiti, e dell’UDI, ANPI, FdG

Alimentazione
Naturalmente il problema più diffuso era quello del cibo. Già dall’ottobre del 1941, nei locali della San Vincenzo, su iniziativa di mons. Cappelletti, veniva deistribuita gratuitamente una minestra, preparata nelle cucine del Cotonificio dell’Acqua. Nei primi sette mesi, fina ad aprile del ’45 erano sta-te distribuite 12760. La distribuzione continuò anche dopo la Liberazione. (Luce 1942 in Bigatti-Tenconi pag.19)
Contributo degli industriali
A soffrire la fame, non erano solo i “poveri”, forse i soldi c’erano, ma mancavano proprio i prodotti alimentari. CLN e Giunta comunale fecero di tutto. Anche gli industriali contribuirono con offerte in denaro e in na-tura. Già lo avevano fatto in tempo di guerra. Ricorda Brandazzi( presidente del CLN): “Dobbiamo dire, ad onor del vero, che tutti gli industriali ai quali abbiamo chiesto il loro contributo non ce lo rifiutavano mai.” (intervista Brandazzi).


Molto spesso non erano solo offerte al CLN, ma le aziende stesse provvedevano a procurare qualcosa per i propri dipendenti.

Il Dell’Acqua aveva messo a disposizione le proprie cucin, la Cantoni vendette di nascosto stoffe per acquistare al mercato nero generi alimentari per i propri dipendenti, anche la Giulini e Ratti, distribuiva riso e olio e tutto…come testimonia in un’intervista Piera Pattani, partigiana e dipendente dell’azienda:
“il 25 aprile sono andati a prenderlo [Ginetto Ratti titolare della fabbrica]. Io ero molto… [impegnata] perché ero qui, nelle scuole qui [Carducci trasformate il 25 aprile in sede delle brigate Garibaldi 181a e 182a] … ma disan «Piera, a in andà a tö ul Ginetü»[mi dicono «Piera, sono andati a prendere il Ginetto»] «Ah, momento!» Allora sono andata, gh’ò dì [ho detto loro] «No! Lo lasciate andare perché quello m’ha aiutato me e ha aiutato tutti!». Io non so quello che ha detto lui. Quello che ha detto lui non so. So che c’erano tutti i suoi operai della via Guerciotti che c’han sputato addosso tutti. Dopo che… mi gh’ò dì [ho detto loro] «Siete stati malvagi, perché m’han dato, m’han dato tutto! M’ha dato tutto: olio, riso, tutto!» A tutti, a tutta la fabbrica! Non solo a me: a tutta la fabbrica!”

COMMISSIONE STRAORDINARIA ECONOMICA E’ costituita dal CLN, industriali e commercianti per reperire alimenti. Si ricorre anche a sequestri nelle mense aziendali e del Comune. Con un fido di 6 milioni richiesto alla Banca di Legnano e al Credi-to legnanese, la Giunta acquista direttamente generi alimentari, contribuiscono anche gli industriali con 2,5 milioni, si riesce a trovare della farina per il pane, ma pasta e formaggi sono rari. Inoltre dovendo mettere a disposizione del pubblico questi alimenti a prezzi accessibili, di molto inferiori a quelli di acquisto alla borsa nera, l’operazione comportava un grave danno economico per la comunità.
Baratto – Si cambia strada. Prodotti delle industrie legnanesi in cambio di pro-dotti alimentari. La ditta Bozzi offre 300 biciclette, la Cantoni, il Dell’Acqua, Mocchetti, Ber-nocchi, De Angeli, la Agosti tessuti a prezzi convenienti. Tutto questo portato in Veneto e in Emilia per scambiarlo con farina, formaggio, lardo ecc… (intervista Brandazzi)
Le cifre – Tutto questo per acquistare alimentari per 160 milioni di lire, da maggio 1945 ad aprile 1946, distribuiti oltre alle assegnazioni della tessera: “1050 quintali di riso, 350 di pasta, 428 di lardo, 568 di carne bovina, 245 di burro, 160 di for-maggio” e 50 mila scatole di latte condensato (Bigatti-Tenconi p.58-61)
Combustibili – Non solo generi alimentari, occorrono anche legna e carbone per il riscaldamento e cottura cibi soprattutto nelle scuole e all’ospedale.
“L’ospedale, gli ambulatori, i ricoveri non avevano combustibile per il loro riscaldamento. Bisognava trovare carbone, lignite, torba, legna per far funzionare i loro impianti.” (intervista Brandazzi)
A Legnano servono 6 mila quintali di legna mensili. Le ditte Cantoni, Dell’Acqua, Pensotti e Marcati mettono a disposizione i propri camion per recuperare legna in provincia di Novara, Varese, Brescia e vengono aperti due spacci comunali presso le scuole Cantù e Carducci (Bigatti-Tenconi p.61-63).
Il CLN distribuisce gratuitamente alle istituzioni 453 quintali di carbone, 215 quintali di lignite, 77 quintali di legna (Verbale CLN 26.01.1946).
L’ospedale – Le condizioni dell‘ospedale, che anche allora era uno dei migliori, erano veramente drammatiche. Qualche volta, il primario prof. Piccione aveva dovuto finire delle operazioni chirurgiche al lume di candela, per improvvise interruzioni di corrente. (La verità sull’ospedale – 15.01.1946)
Ma scarseggiavano anche carbone, medicine, bende, garze ecc. Si rimedia assegnando all’ospedale il carbone sequestrato.


Epurazione – Sconfitto definitivamente il fascismo e il nazismo, anche a Legnano si provvede a rimuovere i segni del ventennio. I nomi di vie cittadine dedicate a personaggi o ad eventi del passato regime vengono cambiati: viale Benito Mussolini, diventa viale Giacomo Matteotti (Bigazzi Tenconi pag.58); nei libri scolastici vengono tagliate le parti ispirate dal regime del ventennio.


Le scuole – Anche nelle scuole manca il cibo ed il combustibile per cuocerlo (Verbale CLN 15.10.45). E non avevano nemmeno libri perché quelli del 1944-45 erano di impronta fascista. E allora ecco le circolari e gli accorgimenti per defascistizzarli (ordine anche del Comando Alleato) tagliando alcune pagine in attesa di averne di nuovi.

Economato – Si costituisce il 1° ottobre ‘45 l’Economato per la distribuzione gratuita, almeno nelle scuole elementari, [dei libri] per non gravare le famiglie.

Comitato pro Cassino – IL Comune e il CLN decidono di ospitare a Legnano parecchi bambini di Cassino. Si costituisce un apposito comitato che vede ancora il contributo degli industriali. Vengono recuperate 100 mantelline e 100 calzoncini da balilla delle scorte delle scuole elementari. (Verbali CLN 23.02.26 e 02.03.46)
Reduci, internati, partigiani, prigionieri. Solo dalla Germania, i reduci sono 800. Si tratta di persone che non hanno nulla.
Comitato di assistenza – Già nel maggio ’45 si costituisce un “Comitato di assistenza”. Ne fanno parte il CLN, il sindaco, rappresentanti degli industriali, dei medici, della Croce Rossa e mons. Cappelletti che è nominato presidente. Si prepara un pacco vestiario: 1 vestito nuovo confezionato, 1 paio mutande, 1 camicia, 1 canottiera, 2 fazzoletti, 1 paio scarpe, 1 paio calze.
Viaggi a Bolzano – Il Comune e le aziende più grandi mettono a disposizione fondi e camion per viaggi a Bolzano. Si raccolgono vestiario, viveri, scarpe stoffe, presso la casa di mons. Cappelletti e poi presso l’asilo comunale. I medici curano gratuitamente. Il Comitato di Legnano assiste anche i Comuni del circondario (che però non contribuiscono)
L’impegno economico – Col primo viaggio, rientrano solo 5 legnanesi, altri successivamente, altri con altri mezzi. Al 31 ottobre soni stati assistiti 1048 rimpatriati, con una spesa di oltre 4 milioni e 300mila lire. Molte ditte aprono le porte delle mense ai reduci (Bigatti-Tenconi p.62-64)

Occupazione – Problema essenziale. Nelle industrie mancano materie prime, ed energia. Materiali da costruzione come bitume, ghiaia, mattoni sono più introvabili dei generi alimentari. Si prendono provvedimenti come il blocco dei licenziamenti fino al 30 settembre 1945, assegnazione di materie prime da aziende che non le utilizzano a quelle che ne hanno bisogno, (Verbale CLN 24.09.45) licenziamento di 21 donne del Comune per sostituirle con uomini, avvio di un programma di lavori pubblici: bonifica terreni; rete fognaria; manutenzione strade; smantellamento dei ricoveri antiaerei. Lavori mai avviati o andati per le lunghe per mancanza di materiale, es bitume.

La pietà e la memoria – La lotta di liberazione, purtroppo, aveva lasciato anche morti, giustiziati, carcerati, famiglie in miseria. Ai partigiani morti bisognava dare degna sepoltura e memoria del loro sacrificio, alle famiglie in difficoltà il necessario sostegno, ai vinti reclusi un gesto di umana pietà.
“I partigiani caduti erano stati sepolti ma non c’era un segno sopra le fosse. Bisognava costruire le tombe e le lapidi.” (intervista Brandazzi)
“… occorreva che qualcosa si facesse per ricordare ai posteri il grande avvenimento [la liberazione]. Si costruì a questo scopo un monumento (anche se modesto) in piazza 4 novembre.” (intervista Brandazzi). Non fu una scelta facile: tra i verbali del CLN si snoda una storia di preventivi, aggiustamenti, riaggiustamenti, condita di accese discussioni per la scelta del posto.
Boriani Oscar – Un bambino, fu colpito mortalmente negli scontri del 25-27 aprile. Non fu sepolto con i partigiani, ma il presidente dell’A.L.I. considerate le condi-zioni di indigenza della famiglia mise a disposizione la somma di 30mila, che il C.L.N. assegnò alla madre.

Il generale Cadorna – Il 10 maggio 1945 è a Legnano. Visita la scuola Carducci, allora caserma dei partigiani e consegna aiuti economici alle famiglie dei caduti. Alcuni avanzano pretese senza alcun marito.

Contributi alle famiglie – Ancora una volta si ricorre alla sensibilità degli industriali. Si lancia una sottoscrizione pro caduti e feriti per la Liberazione. Il danaro raccolto, si tratta di quasi sette milioni, è stato distribuito dal CLN e dall’ANPI alle famiglie bisognose, anche a quelle di giustiziati fascisti.

Coltano – A Coltano (Pisa) era stato allestito un campo di concentramento. Rimase aperto dall’aprile al novembre del 1945. Vi furono detenuti fino a 32000, prigionieri, militanti della RSI, fascisti condannati, tedeschi e slavi . Le condizioni di vita molto dure.
Il CLN inviò una commissione. Costatando le loro condizioni di vita fu deciso di chiedere al Prefetto di Milano il pronto rilascio per tutti i prigionieri legnanesi. (Verbale CLN 19.09.45)




Il campo di concentramento di Coltano (Pisa)
1946 elezioni amministrative – Si volta pagina. Ad aprile elezioni amministrative, le donne votano per la prima volta. A Legnano, la Democrazia Cristiana è il primo partito, ma le forze di sinistra sono maggioranza. Sindaco è il socialista Piero Rasini.

1946 Referendum istituzionale.

1946 – Scioglimento del CLN, 5 luglio. Ormai si sono insediate istituzioni elette democraticamente, l’attività del CLN cessa (Protocollo n 9351. Lettera del Comune di Legnano di cessazione attività del CLN).
