BOOM ECONOMICO
Dal secondo dopoguerra al XXI secolo
La ricostruzione e il boom economico
Dopo la guerra Legnano fu colpita, come il resto d’Italia, dalla forte recessione economica che seguì il conflitto. Erano insufficienti gli alimenti fondamentali, il trasporto pubblico faceva difetto e le strade erano dissestate. Il 2 giugno del 1945 si riunì, per la prima volta dopo la dittatura fascista, la giunta comunale.
La fase di ricostruzione dopo le distruzioni della guerra fu lunga e difficoltosa, ma alla fine la città si riprese dalla crisi e tornò a crescere anche economicamente. Negli anni cinquanta furono estese le reti fognarie (i lavori cominciarono nel 1946), dell’illuminazione pubblica e dell’acqua potabile, mentre si diede inizio a un piano per l’asfaltatura di tutte le strade comunali.
Piazza Frua negli anni ‘50
Stabilizzatasi anche la politica italiana, il sistema economico legnanese ricominciò a svilupparsi, tornando al tasso di crescita del periodo precedente alla seconda guerra mondiale anche grazie al Piano Marshall.
Durante la forte crescita economica dell’Italia durante il boom economico, Legnano raggiunse tra il 1951 e il 1961 il secondo più alto tasso – a livello nazionale – di impiegati nell’industria in relazione agli abitanti (65,2%), seconda solo a Sesto San Giovanni (67,14%).
Tra le industrie tessili, nel 1951, la maggiore era il Cotonificio Cantoni con ben 3.465 occupati, seguita dalla De Angeli-Frua (1.504), dal Cotonificio Dell’Acqua (1.495), dalla tintoria Agosti (1.393), dalla Manifattura di Legnano (1.165), dalla tintoria Giulini & Ratti (972) e dal Cotonificio Bernocchi (851).
Nel settore metalmeccanico predominava la Franco Tosi (più di 4.800 dipendenti), seguita dall’Ercole Comerio (454), dalla Mario Pensotti (387), dalla Bozzi (331), dalle Industrie Elettriche di Legnano (253), dalla fonderia SAFFES (246). Altre industrie di rilievo erano le Officine Fontana, la Fratelli Gianazza, la Ranzi (che impiegavano dai 150 ai 200 occupati ciascuna) e il Calzaturificio di Legnano (145). Le società con meno di 25 dipendenti, sempre nel 1951, erano 694, che davano lavoro, nel complesso, a 3.060 impiegati.( Vedi la tabella sottostante)
Azienda | settore | occupati | Azienda | settore | occupati |
---|---|---|---|---|---|
Cotonificio Cantoni | tessile | 3.465 | Franco Tosi | meccanico | 4.800 |
De Angeli Frua | tessile | 1.504 | Ercole Comerio | meccanico | 454 |
Cotonificio d.Acqua | tessile | 1.495 | Mario Pensotti | meccanico | 387 |
Tintoria Agosti | tessile | 1.393 | Bozzi | meccanico | 331 |
Manif.ra Legnano | tessile | 1.165 | Industrie Elettriche Legnano | Elettrico | 253 |
Tintoria Giulini&Ratti | tessile | 972 | Fonderia SAFFES | Metallurgico | 246 |
Cotonificio Bernocchi | tessile | 951 | Officine Fontana | meccanico | 180ca |
Calzaturificio Legnano | calzaturiero | 145 | Fratelli Gianazza | meccanico | 180ca |
Società con meno di 25 dipendenti | 3.060 |
In questo contesto, Legnano fu coinvolta da un importante fenomeno migratorio riguardante l’arrivo di immigrati dal Triveneto e dal Sud Italia, che si stabilirono definitivamente in città con le loro famiglie.
Ancora una volta Legnano cambia pelle. Sulla spinta dell’espansione dell’economia, le piccole e medie imprese si irrobustiscono e si propongono e si impongono in un ambito più ampio di quello locale. Il vecchio convive con il nuovo, i bar e osterie, aziende e case popolari, figure autorevoli come Mons. Cantù, prevosto dal 1959 al 1993 che…”che durante gli anni del suo Ministero ” … è sempre stato “protagonista attivo” della vita cittadina, non solo come guida ed esempio morale, ma anche come autorevole educatore e riferimento sicuro per le Istituzioni, per le imprese e per ogni persona, dalle più importanti alle più umili”.
Case popolari via C. Porta
Due pubblicità: Mottana (tessile) e Pensotti (meccanica)
Nella dinamica città
un’oasi di serenità.
Una delle osterie
Ex fabbrica biciclette Legnano, ora Duplomatic