PARCO DELL’ALTO MILANESE

La ridotta dell’agricoltura legnanese

Il  “Parco Alto Milanese” è uno dei due polmoni verdi  di Legnano, l’altro è il “Parco del Castello”. E’ un “Parco locale ad interesse sovra-comunale” (Plis). Si estende sul territorio di tre comuni: Legnano, Castellanza e Busto Arsizio.

Posizione – Il parco occupa una larga fascia di territorio che partendo dalla periferia sud di Legnano e Castellanza, arriva al confine con Borsano.

Fonte: provincia di Milano. Parco dell’Alto Milanese

Caratteristiche

Estensione – 360 ha di cui 178 nel Comune di Legnano; 128 nel Comune di Busto Arsizio e 53 in quello di Castellanza.

Strutture:

“La Baitina” – All’ ingresso nord. Una costruzione  che funge da posto ristoro per gli utenti del parco.

La Pinetina” – Un bosco di conifere di circa 10 ha. Nelle vicinanze c’è l’ area per picnic, un percorso ginnico, l’area giochi e il posto ristoro della Baitina.

“La Cascinetta” – E’ una tipica cascina lombarda. Si trova all’altezza dell’ingresso di Busto. Restaurata, tra il 2004e il 2007, offre vari sussidi per la conoscenza del parco e raccoglie testimonianze sulla civiltà contadina locale: museo attrezzi agricoli, biblioteca ed emeroteca dedicata ai temi naturalistici. E’ sede degli uffici tecnici e gestionali del Parco, del presidio delle Guardie ecologiche volontarie e della Protezione civile.

Sentieri – Tutto il parco è attraversato da una rete di sentieri e stradine sterrate, con una lunghezza complessiva di 8,5 km.

Equitazione – Nel parco sono ospitate strutture dedicate all’equitazione, con stalle, maneggi e percorsi dedicati.

Il paesaggio – è quello tipico di transizione tra l’alta pianura asciutta e la bassa pianura ricca di acque e risorgive. A zone boscose si alternano campi coltivati. Ai bordi di questi e lungo le stradine filari di alberi e siepi.

Il terreno – Ha un andamento pianeggiante, con una leggera pendenza, 7%, da nord a sud. E’ composto prevalentemente da ghiaia, ciottoli e sabbia. In misura minore da limo e argilla. La granulometria grossolana gli conferisce una buona capacità di drenaggio, ma anche un eccessivo dilavamento del suolo.  

Le falde acquifere – Ne sono state identificate tre. La più vicina alla superfice, scorre a circa 35 metri dal piano campagna. Non affiora mai. Le altre sorgenti sono artesiane.

Agricoltura – Un tempo Legnano era un “borgo agricolo”, già lungo l’Olona si estendevano i campi coltivati. Con l’industrializzazione prima, e poi con l’espansione urbana, la superfice agricola è stata relegata sempre più ai margini della città, per far posto agli stabilimenti, alle case, ai capannoni.  Ma anche in questa posizione marginale la superfice coltivata, assediata ed erosa da insediamenti abitativi e dalla necessità opere pubbliche, si è contratta fino al rischio di scomparire. Il Parco ne ha garantito la sopravvivenza. Infatti oggi le ultime aziende agricole legnanesi sono quelle che risiedono nel Parco.

Coltivazione del grano all’interno del parco [foto: A. Bonesi]

I ProdottiCereali, mais, foraggio, latte e derivati, i prodotti delle aziende agricole del “Parco”.

Caratteristica del parco: campi coltivati bordati di piante d’alto fusto [foto: A. Bonesi]

I boschi – Fino alle soglie del 1500 le foreste e i boschi d’alto fusto erano così estesi da permettere lo sviluppo di una qualche attività metallurgica come la forgiatura del ferro. Lo sfruttamento intensivo ne ridusse drasticamente la superfice tanto che dal XVIII secolo la lavorazione dei metalli non potè essere più praticata. La superfice boschiva era stata ridotta a brughiera, sopravvivevano qua e la, superfici alberate, residuo degli antichi boschi.
E’ l’attuale aspetto del parco: a terreni coltivati, l’ex brughiera si alternano aree boschive.

Flora – Sono state censite circa 200 specie botaniche. La vegetazione è data prevalentemente da latifoglie come la Farnia, la Rovere e la Roverella eBetulle.
Ai bordi delle strade campestri e ai margini degli appezzamenti agricoli trovi siepi alberate o fasce boscate dove prevalgono la Robinia e il Ciliegio tardivo. Nel sottobosco resiste la Pervinca, propria dei boschi naturali.
Nelle superfici dedicate all’agricoltura si coltivano cereali, foraggi ed erba medica.

La rosa selvatica. La si trova nel parco. [foto: A. Bonesi]

Fauna – La civetta, la rondine, il codirosso e il pipistrello trovano negli edifici rurali: stalle, cascine e depositi lo spazio necessario per la sopravvivenza, che non trovano più in città.
Merli e tortore, sono in costante aumento, grazie anche al loro adattamento, sia all’ambiente del parco che della vicina città.
Il picchio rosso maggiore, i pipistrelli  e lo scoiattolo trovano nei grandi alberi come le querce, o gli abeti l’habitat ideale.
I conigli selvatici: sono numerosi nel parco. Hanno lungo le bordure dei sentieri e dei campi, le loro intricate tane.

foto: A. Bonesi
Casa rurale [foto: A. Bonesi]
Muro tipico delle cascine: ciottoli, mattoni e malta. Notare l’anello dove si legavano le bestie [foto: A. Bonesi]

Costituzione e gestione del Parco

8 giugno 1980 – I comuni di Legnano, Busto Arsizio e Castellanaza costituiscono l’Ente Parco Alto Milanese, con sede in Busto Arsizio, villa Ottolini-Tosi

27  ottobre 1987 – La Giunta Regionale della Lombardia lo riconosce come Plis con delibera n° 4/25200.

Forma di gestione – Consorzio

Autunno nel parco [foto: A. Bonesi]

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