PARCO EX ILA E PARCO DEI RONCHI

Filari di larici nel parco ex ILA

I parchi “ex ILA” e “dei Ronchi”, sono due aree verdi che costituiscono un’unica area protetta urbana, pur non essendo adiacenti. Possiamo dire che sono i fratelli minori del Parco del Castello e del Parco dell’Alto Milanese, ma non per questo meno interessanti.

La posizione. Si trovano, nella parte nord della città, sulle ultime propaggini dei rilievi morenici, formati dai detriti di erosione in era glaciale. L’Olona scorrendo alla base di questi, li ha modellati, in modo tale che lungo la sua riva sinistra si formasse un pianoalto, esposto a sud ovest quindi assolato e sufficientemente elevato da proteggerlo dai venti del nord

Le due rive. Mentre i terreni sulla riva destra del fiume sono pianeggianti, umidi, ed esposti ai venti, i terreni alla sinistra del fiume, sono meno umidi perché sopraelevati rispetto a quello, soleggiati e protetti dai venti del nord: condizioni favorevoli per l’agricoltura.  

Coltivazione. Quando nell’alto medioevo fu necessario trovare nuovi terreni da coltivare, i terreni sul pianoro alla sinistra dell’Olona, più adatti,  furono disboscati (roncati) e trasformati in frutteti e vigneti.

Il vino. Così rimasero per secoli, con produzioni di pregio come il vino dei Colli di Sant’Erasmo.

“Schiava” il vitigno coltivato a Legnano

I ronchi. Con questo termine si intende un terreno disboscato, e poi coltivato a frutteto o a vigna. Questo toponimo manifesta la trasformazione che la zona di cui parliamo ha subito, e che, soprattutto il parco dei “ronchi”, è quanto rimane dei boschi che secoli addietro occupavano il territorio a nord di Legnano e arrivavano fino alla costa sulla riva sinistra dell’Olona.

L’identikit dei parchi

Parco ex ILAParco Bosco dei Ronchi
Superfice8 ha26 ha
Anno di istituzione/realizzazione1920-19271937-1938
Edifici di interesse storico/artisticoSanatorio Regina ElenaColonia elioterapica

Flora e Fauna

Il Parco ex Ila è un giardino botanico, vi sono alberi d’alto fusto di 30/40 m di altezza, e circa 800 specie arboree. Non sono essenze autoctone, poiché le piante sono state messe a dimora alla costruzione del sanatorio.

Nel parco dei Ronchi, troviamo grande varietà di alberi: robinia selvatica, spacasassi o bagolaro, ciliegio selvatico, quercia rossa, cedro dell’Himalaya, ciliegio tardivo e bambù. Le ultime due essenze, nel quadro di ripopolare il parco solo con piante tipiche del territorio, saranno rimosse (1925)

Albero spaccasassi
Cedro dell’Himalaya

Il sanatorio -Regina Elena

Il sanatorio e il parco. Il sanatorio si trova all’interno del parco ex Ila. Il parco era stato pensato e creato in funzione del sanatorio: un prato alberato per aumentare con la vegetazione  la salubrità dell’aria e renderla simile a quella di montagna.

Il Sanatorio Regina Elena. A sinistra in alto, la struttura arcuata di un “solarium”.
In basso a destra si intravede una parte dell’altro. Di fronte all’edificio l’ampio prato alberato.

Composizione. Il complesso sanatoriale è composto da cinque edifici:

  • un edificio centrale a pianta simmetrica, con le camere dei degenti e servizi medici.
  • Due corpi laterali orientati nord-sud, i “solaria” per garantire l’esposizione al sole. “elioterapia”
  • Cinque edifici di servizio: l’inceneritore del materiale sanitario, gli alloggi del personale 

Il verde. Il complesso è immerso nel verde: un prato alberato, e boschetti di alberi d’alto fusto.

Capienza. 120 posti. I degenti erano alloggiati in camere singole, o al massimo da otto letti.

I solaria. Questi due edifici, uno a destra e l’atro a sinistra del corpo principale, in legno, in puro stile liberty, erano l’elemento dal punto di vista architettonico più pregiato del nosocomio. Chiuso il sanatorio, sono rimasti abbandonati, la vegetazione li ha ricoperti, non sono state più fatte l’ordinaria manutenzione e le riparazioni. Una testimonianza dell’architettura italiana del primo 900 rischiava di scomparire.

Nel 2023. Il restauro conservativo, terminato due anni dopo, con il recupero dell’opera.

Storia

Carlo Junker. Il complesso sanatoriale nacque per iniziativa di Carlo Junker (Cantoni) nell’ambito del suo impegno per migliorare le condizioni dei suoi dipendenti e concittadini.

Progettisti. Ingg. Simone Roveda e Giulio Brini.

1920-1927. La costruzione, iniziata nel 1920, fu terminata nel 1927.

Costo. 6 milioni di lire. Il costo totale dell’opera.

Finanziamenti. Il Cotonificio Cantoni contribuì con 3 milioni di lire; il Comune di Legnano con 300.000 lire. Tutta Legnano diede un suo contributo con sottoscrizioni pubbliche e di categoria.

Carlo Jucker. Si ritiene che la metà del contributo della Cantoni fosse costituita dalla sua offerta personale.

[fonte foto: Daniele Berti – Legnano]

Estensione. Il complesso sanitario occupa una superfice di 8 ettari. Gli edifici sono inseriti in grande spazio verde alberato.

Gli alberi. Dopo la costruzione degli edifici sono stati messi a dimora migliaia di alberi, in gran parte non autoctoni, per riprodurre un ambiente di montagna, propizio alla guarigione dei degenti.

Inaugurazione. Il 19 giugno 1924, alla presenza della Regina Margherita fu inaugurato quello che con una certa enfasi fu proclamato “uno dei migliori sanatori, per non dire il più bello di quanti ne esistono in Italia”. Certamente in linea con le più aggiornate conoscenze del tempo.  

Riconoscimento. Per l’occasione fu conferita a Carlo Juncker, dall’allora sindaco Fabio Vignati, una medaglia d’oro in riconoscimento di quanto fatto.

Inaugurazione [fonte: Istituto di Istruzione Superiore
“Gregorio Mendel” – Villa Cortese]
Inaugurazione: con la fascia, il Sindaco Vignati.

Proprietà. L’ I.L.A., l’Ente Legnanese di Assistenza, che già si occupava dei tubercolosi ed era proprietario dell’area, divenne proprietario anche della struttura sanitaria.

1979. Chiusura del sanatorio.

198. L’ILA cessa la sua attività, la proprietà del complesso sanitario passa alla Regione Lombardia, che a sua volta la trasferisce al Comune di Legnano.

2014. Fino al 2014 l’uso del parco era stato precluso al pubblico. Le strutture invece sono state date in uso ad alcune associazioni di volontariato che si occupano di disabilità (ANFFAS, Amici di Sonia, UILDM)

2015. Inizia una graduale apertura al pubblico con interventi di sistemazione ad hoc.

2023-2025. Viene completato il restauro dei “solaria”, le due strutture stile “Liberty” che affiancavano la struttura centrale.

Prima e dopo il restauro
Un solarium nel parco

Parco del Bosco dei Ronchi

Colonia Elioterapica

Vista frontale dell’edificio. A destra la scultura di Lucio Fontana (perduta)

La Colonia elioterapica, è uno dei più importanti esempi del razionalismo italiano e conferisce al Parco Bosco dei Ronchi, dove è inserita, anche una  notevole  rilevanza artistica oltre che paesaggistica. E’ stata costruita per contrastare una malformazione molto comune allora: il rachitismo.

Il rachitismo infantile. Fino alla prima metà del 1900, sia per la scarsa salubrità delle abitazioni, sia per l’alimentazione, il rachitismo infantile era molto diffuso. Secondo stime dell’epoca ne soffriva il 10% dei giovani in età scolastica.

Il sole. Il rimedio più efficace è l’esposizione al sole che stimola la produzione di vitamina D, indispensabile per un normale sviluppo dell’apparato osseo. Per questa ragione il governo di allora, lanciò un vero e proprio piano nazionale per la costruzione di colonie elioterapiche.

Gli industriali. Alcuni industriali legnanesi, tra cui Carlo Jucker e Rodolfo Bernocchi, si interessarono perché anche a Legnano si costruisse una “colonia elioterapica”.

Il Parco del Bosco dei Ronchi. La conformazione collinare della zona del bosco dei Ronchi, dove fu costruita la colonia, la riparava dai freddi venti settentrionali e la esponeva alla luce e al calore del sole. Il bosco offriva le condizioni ideali per l’elioterapia.

SAM. Il terreno, su cui fu realizzata la colonia,  era occupato dagli stabilimenti della casa automobilistica legnanese Società Automobili e Motori (SAM), in località Bersanella dei Ronchi.  

L’identikit della colonia

Anno di costruzione1937-1938
ProgettistiStudio BBPR*
Volumetria degli edifici7000m3
Superficie totale20.000m2
Capienza (bambini)400
Costo dell’opera1,5 milioni di lire
la planimetria generale
Il gruppo BBPR: Ludovico Barbiani di Belgioioso; Luigi Banfi; Enrico Peressotti; Ernesto Nathan Rogers

La composizione della colonia. La colonia era costituita da quattro spazi:     

  • un edificio principale.
  • un capanno nel prato.
  • un padiglione circolare
  • impianti all’aperto (prato alberato, aula, campi elioterapici)
Pianta dell’edificio

L’edificio principale. Era il fulcro del complesso. L’edificio ad un piano, ospitava la direzione, gli spogliatoi, i servizi igienici. Da questo con delle scale si accedeva al prato antistante e ai suoi servizi. L’edificio principale co-municava, verso sud, con un secondo edificio.

Il secondo edificio. In questo, a due livelli, c’era la cucina, il refettorio e l’elemento fondamentale del complesso:  il solarium.

Il complesso in prospettiva
la struttura lignea del solarium

Il solarium. Si estendeva per l’intera facciata rivolta a mezzogiorno. Era costituito da una struttura aperta in legno.

il refettorio
la scultura

Il refettorio. Era dotato di ampie vetrate apribili, che permettevano la vista verso l’ampio giardino alberato che circondava l’edificio.

Lucio Fontana: all’esterno del solarium era sistemata una scultura di Lucio Fontana, di cui si sono perse le tracce.

Doccia solare. Nel parco era sistemato un impianto per la doccia dopo l’esposizione al sole. L’acqua era riscaldata da un rudimentale, ma efficace sistema di “solare termico” ante litteram, costituito da una doppia tubatura esposta al sole e fissata  su una parete dell’edificio.

La storia

1937 – 16 dicembre. Il capo del governo Benito Mussolini, consegna ad una delegazione di industriali legnanesi, i fondi della sottoscrizione popolare per la realizzazione di una colonia elioterapica.

1938 – Fine lavori ed inaugurazione. Presente il segretario del PNF Achille Starace.

1955   La colonia viene riconvertita in un centro per la cura dei mutilati sul lavoro.

Ristrutturazione – Per adattare la struttura alla nuova funzione,  gli edifici furono in parte abbattuti, in parte ne sorsero di nuovi.
Sono stati abbattute la direzione e gli spogliatoi, al loro posto si costruiscono gli edifici per il CPS.
La grande area del refettorio viene divisa in tre parti: una attrezzata come sala di lettura, un’altra come palestra e l’ultima come piscina.
Dell’originale costruzione rimase solo l’edificio del refettorio e del solarium.

Giovanni Gronchi – nel settembre 1955 inaugurò il centro.

1961 – Il 4 luglio, l’Arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini consacra la piccola chiesa costruita all’interno del centro di rieducazione mutilati.

La piccola chiesa all’interno della colonia

1982 – L’attività del centro viene trasferita all’ospedale di Legnano.

1990 – L’intera area dell’ex colonia diventa sede del Centro Psico-Sociale (CPS) come emanazione del reparto psichiatrico dell’ospedale di Legnano.

Attualmente la struttura è dedicata a più servizi:

  •             Ala destra, deposito; sede Croce Bianca
  •             Ala sinistra, Centro psico-sociale
  •             Avancorpo, non utilizzato
  •             Corpo principale, Presidio psico-sociale.
Colonia elioterapica- l’ingresso

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